Città di Castello ed i suoi luoghi
Concorso Musicale Nazionale "Enrico Zangarelli"



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Città di Castello, immersa nel verde di dolci colline è il centro più significativo dell’Alta Valle del Tevere, situata nella parte più settentrionale dell’Umbria, ai confini con la Toscana e le Marche. Numerosissime sono le manifestazioni che animano la vita della città che affondano le radici nella ricchissima storia di Città di Castello e ne celebrano le tradizioni. Città di Castello e il suo territorio sono ricchi di tesori tutti da scoprire e ammirare. Dalle testimonianze del passato storico-artistico agli sviluppi recenti dell'arte contemporanea, dagli splendidi panorami naturali alle atmosfere più sacre e mistiche, c'è davvero l'imbarazzo della scelta.
La Chiesa di S. Domenico
L’imponente chiesa venne costruita per volere dell’ordine domenicano nei primi tre decenni del Quattrocento.
I lavori furono condotti dal 1399 ad 1424 anno in cui venne traslato all’interno dell’edificio il corpo della Beata Margherita due anni dopo la solenne dedicazione.
Nel corso dei secoli furono numerosi gli interventi che la chiesa conobbe, come testimonia la struttura muraria esterna.
Nel 1724, in occasione dell’elezione a Papa del domenicano Benedetto XIII, la chiesa subì alcuni interventi che le conferirono un pesante stile barocco; queste sovrastrutture furono eliminate negli anni 1912-1920 grazie ad alcuni lavori che portarono alla luce numerosi resti di affreschi.
Chiostro di S. Domenico
Nell’attiguo ex convento sorge il chiostro seicentesco, recentemente acquisito dal Comune di Città di Castello, con duplice ordine di arcate sovrapposte. Terminato tra il 1662 e il 1667, nelle lunette sono dipinti ad affresco fatti e miracoli della vita della Beata Margherita. Sotto le arcate inferiori si aprono due trifore che con la porta trilobata danno luce alla cosiddetta “sala capitolare” domenicana.
Teatro degli Illuminati
Il Teatro fu fatto edificare dall’Accademia degli Illuminati e venne inaugurato il 25 agosto 1666 con la rappresentazione de “Il trionfo della religione cattolica in Inghiliterra”, di Francesco Ignazio Lazzari.
L'incarico per il progetto e la direzione dei lavori furono affidati all'Architetto Tifernate Antonio Gabrielli. Per la costruzione del Teatro fu scelta dagli Accademici la località fra Piazza Tartarini e via dei Fucci: idea poco felice in quanto situata nella zona più bassa della città e quindi soggetta a frequenti inondazioni.
Il Teatro fu poi ingrandito e perfezionato dal marchese Sebastiano Brozzi nel 1720, anche in considerazione del fatto che all'inizio del '700 ci furono frequenti scosse di terremoto che ne aveveno indebolito la struttura. Nel 1783 l'Architetto Giacomo Mancini elaborò un progetto di sostanziale modifica, che sostenuto dalle Istituzioni Pubbliche della città fu completato nel 1789 anno in cui un terribile terremoto lasciò senza tetto e uccise moltissimi cittadini. Il Teatro, che non subì gravi danni, si rivelò un utile ricovero per parecchie famiglie superstiti. Solo nel 1796 fu completata la ricostruzione e ripresero gli spettacoli pubblici. Nel 1829 venne decorarto dai pittori Tifernati Vincenzo Chialli e Giuseppe Crosti.
Nel 1919 fu creato un Comitato (diretta emanazione dell'Accademia degli Illuminati, presieduto da Amedeo Corsi con l'incarico di restaurare il Teatro rimasto chiuso in seguito al conflitto della Prima Guerra Mondiale. I lavori vennero diretti da Enrico Vincenti con la collaborazione di Oreste Bornisacci direttore di scena presso il Teatro Costanzi di Roma.
Fu riaperto nell'agosto del 1920 con la rappresentazione dell'Aida di Giuseppe Verdi.



Villa Montesca
Località Montesca, Città di Castello | Guarda sulla mappa
Voluta dai baroni Giulio e Leopoldo Franchetti e costruita alla fine del XIX secolo su progetto dell’ architetto Giuseppe Boccini di Firenze, la “Montesca” è la più sontuosa villa dei dintorni di Città di Castello. Il barone Leopoldo Franchetti, senatore e filantropo, uno dei personaggi più importanti della storia di Città di Castello, vi si stabilì con la giovane moglie, Alice Hallgarten, ed insieme furono promotori di iniziative a carattere economico, educativo e assistenziale a favore dei mezzadri, delle donne e, in generale, delle classi meno agiate.
Splendido anche l’interno della villa, decorato da artisti di diversa provenienza. Le pitture sono state realizzate dal reatino C. Marini, dal fiorentino E. Bellandi e dal perugino G. Panti, mentre le sculture sono opera del lucchese A. Passaglia. La villa, appartenente oggi alla Regione Umbria, ospita corsi di formazione e specializzazione di alto livello e di valenza europea, rinnovando così la naturale vocazione didattica ed educativa voluta dai suoi fondatori.


